Blessed is he that readeth, and they that hear the words of the prophecy, and keep the things that are written therein: for the time is at hand. Revelation 1.3.
In quel tempo, quando non c'era re in Israele, un Levita, che dimorava nella parte più remota della regione montuosa di Efraim, si prese per concubina una donna di Betlemme di Giuda.
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Questa concubina commise adulterio contro di lui e lo lasciò per tornare a casa di suo padre a Betlemme di Giuda, dove rimase quattro mesi.
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Suo marito allora si levò e andò da lei per parlare al suo cuore e riportarla a casa. Egli aveva preso con sé il suo servo e due asini. Così ella lo condusse in casa di suo padre; come il padre della giovane lo vide, lo accolse con gioia.
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Suo suocero, il padre della giovane, lo trattenne, ed egli rimase con lui tre giorni; così mangiarono e bevvero e passarono la notte là.
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Il quarto giorno si levarono al mattino presto, e il Levita si disponeva a partire; ma il padre della giovane disse al suo genero: «Prendi un boccone di pane per ristorarti; poi ve ne andrete».
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Così si posero ambedue a sedere e mangiarono e bevvero assieme. Poi il padre della giovane disse al marito: «Ti prego, acconsenti a passare qui la notte, e il tuo cuore si rallegri».
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Quell'uomo si alzò per andarsene; ma il suocero insistette tanto che egli passò ancora la notte là.
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Il quinto giorno egli si alzò al mattino presto per andarsene; e il padre della giovane gli disse: «Ti prego, ristorati il cuore». Così si fermarono fino al pomeriggio, ed entrambi mangiarono.
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Quando quell'uomo si alzò per andarsene con la sua concubina e col suo servo, il suocero, il padre della giovane, gli disse: «Ecco, il giorno volge a sera; ti prego, passa qui la notte; vedi, il giorno sta per finire; passa qui la notte e il tuo cuore si rallegri; domani vi metterete in cammino presto e andrai a casa».
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Ma quell'uomo non volle passare la notte là; così si alzò, partì e giunse di fronte a Jebus, che è Gerusalemme, con i suoi due asini sellati e con la sua concubina.
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Quando furono vicini a Jebus, il giorno era completamente trascorso; il servo disse al suo padrone: «Vieni, ti prego, entriamo in questa città dei Gebusei e passiamo in essa la notte».
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Il padrone gli rispose: «No, non entreremo in una città di stranieri che non sono figli d'Israele, ma andremo fino a Ghibeah».
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Disse quindi al suo servo: «Vieni, raggiungiamo uno di questi luoghi e passeremo la notte a Ghibeah o a Ramah».
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Così passarono oltre e continuarono il viaggio; e il sole tramontò su di loro presso Ghibeah, che appartiene a Beniamino.
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Là si volsero per entrare e passare la notte a Ghibeah. Così il Levita entrò e si fermò sulla piazza della città; ma nessuno li accolse in casa per passare la notte.
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Proprio allora un vecchio rientrava di sera dal suo lavoro nei campi; egli era della regione montuosa di Efraim e risiedeva come forestiero in Ghibeah, ma la gente del luogo era Beniaminita.
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Alzati gli occhi, vide il viandante sulla piazza della città. Il vecchio gli disse: «Dove vai e da dove vieni?».
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Il Levita gli rispose: «Stiamo andando da Betlemme di Giuda verso la parte piú remota della regione montuosa di Efraim, lo sono di là ed ero andato a Betlemme di Giuda; ora mi reco alla casa dell'Eterno, ma non c'è nessuno che mi riceva in casa sua.
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Eppure abbiamo paglia e foraggio per i nostri asini e anche pane e vino per me, per la tua serva e per il garzone che è con i tuoi servi; non ci manca nulla».
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Il vecchio gli disse: «La pace sia con te! Tuttavia lascia che io mi prenda cura di ogni tuo bisogno; ma non devi passare la notte sulla piazza».
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Così lo condusse in casa sua e diede foraggio agli asini; i viandanti si lavarono i piedi, poi mangiarono e bevvero.
22
Mentre stavano rallegrandosi, ecco alcuni uomini della città, gente perversa, circondarono la casa, picchiando alla porta, e dissero al vecchio padrone di casa: «Fa' uscire quell'uomo che è entrato in casa tua, perché lo vogliamo conoscerò!».
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Ma il padrone di casa, uscito fuori, disse loro: «No, fratelli miei, vi prego, non comportatevi in modo così malvagio; poiché quest'uomo è venuto in casa mia, non commettete una simile infamia!
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Ecco qui mia figlia vergine e la concubina di quest'uomo; io ve le condurrò fuori, e voi umiliatele e fatene ciò che vi pare; ma non commettete contro quest'uomo una simile infamia!».
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Ma quegli uomini non vollero dargli ascolto. Allora l'uomo prese la sua concubina e la condusse fuori da loro; essi la conobbero e abusarono di lei tutta la notte fino al mattino; la lasciarono andare solo quando cominciava ad albeggiare.
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Sul far del giorno quella donna venne a cadere alla porta di casa dell'uomo presso cui stava suo marito e là rimase finché fu giorno.
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Al mattino suo marito si levò, aperse la porta di casa e uscì per continuare il suo viaggio; ed ecco la sua concubina giaceva distesa alla porta di casa con le mani sulla soglia.
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Egli le disse: «Alzati e andiamocene!». Ma non ci fu risposta. Allora il marito la caricò sull'asino e partì per tornare a casa sua.
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Come giunse a casa, afferrò un coltello, prese la sua concubina e la tagliò, membro per membro, in dodici pezzi, che mandò per tutto il territorio d'Israele.
30
Or chiunque vide ciò disse: «Non è mai accaduta e non si è mai vista una cosa simile, da quando i figli d'Israele salirono dal paese d'Egitto fino al giorno d'oggi! Considerate la cosa; consigliatevi e parlate».