Bem-aventurado aquele que lê, e os que ouvem as palavras desta profecia, e guardam as coisas que nela estão escritas porque o tempo está próximo. Apocalipse 1.3.
Se dunque vi è qualche consolazione in Cristo, qualche conforto d'amore, qualche comunione di Spirito, qualche tenerezza e compassione,
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rendete perfetta la mia gioia, avendo uno stesso modo di pensare, uno stesso amore, un solo accordo e una sola mente
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non facendo nulla per rivalità o vanagloria, ma con umiltà, ciascuno di voi stimando gli altri piú di se stesso.
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Non cerchi ciascuno unicamente il proprio interesse, ma anche quello degli altri.
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Abbiate in voi lo stesso sentimento che già è stato in Cristo Gesú,
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il quale, essendo in forma di Dio, non considerò qualcosa a cui aggrapparsi tenacemente l'essere uguale a Dio,
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ma svuotò se stesso, prendendo la forma di servo, divenendo simile agli uomini;
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e, trovato nell'esteriore simile ad un uomo, abbassò se stesso, divenendo ubbidiente fino alla morte e alla morte di croce.
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Perciò anche Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni nome,
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affinché nel nome di Gesú si pieghi ogni ginocchio delle creature (o cose) celesti, terrestri e sotterranee,
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e ogni lingua confessi che Gesú Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre.
Brilhando como as Estrelas
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Perciò, miei cari, come mi avete sempre ubbidito non solo quando ero presente, ma molto piú ora che sono assente, compite la vostra salvezza con timore e tremore,
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poiché Dio è colui che opera in voi il volere e l'operare, per il suo beneplacito.
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Fate ogni cosa senza mormorare e senza dispute,
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affinché siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo ad una generazione ingiusta e perversa, fra la quale risplendete come luminari nel mondo, tenendo alta la parola della vita,
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affinché nel giorno di Cristo abbia di che gloriarmi, per non aver corso invano né invano faticato.
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Ma anche se sono versato in sacrificio e servizio della vostra fede, ne gioisco e ne godo con tutti voi.
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Similmente gioitene anche voi e rallegratevi con me.
Timóteo e Epafrodito
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Ora spero nel Signore Gesú di mandarvi presto Timoteo, affinché anch'io sia incoraggiato nel conoscere le vostre condizioni,
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perché non ho alcuno d'animo uguale al suo e che abbia sinceramente cura delle vostre cose.
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Tutti infatti cercano i loro propri interessi e non le cose di Cristo Gesú.
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Ma voi conoscete la sua prova come ha servito con me nell'evangelo, come un figlio serve al padre.
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Spero dunque di mandarvelo non appena avrò sistemato completamente le mie cose.
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Ora ho fiducia nel Signore che io pure verrò presto.
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Tuttavia ho ritenuto necessario di mandarvi Epafrodito, mio fratello, compagno d'opera e di lotta, vostro apostolo e ministro dei miei bisogni
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poiché egli desiderava molto vedervi tutti, ed era angosciato perché avevate udito che era stato ammalato.
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Difatti egli è stato malato e molto vicino alla morte, ma Dio ha avuto pietà di lui, e non solo di lui ma anche di me, perché non avessi tristezza su tristezza.
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Ve l'ho mandato perciò con tanta premura perché, vedendolo, di nuovo vi possiate rallegrare ed io stesso sia meno contristato.
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Accoglietelo dunque nel Signore con grande gioia e abbiate stima di persone come lui,
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perché per l'opera di Cristo egli è stato molto vicino alla morte, avendo esposto a rischio la propria vita, per supplire ai servizi che voi non potevate prestarmi.